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lunedì 17 febbraio 2014

PADRE E FIGLIO CHE PARLANO DI POLITICA

Ciao a tutti/e,
in questi giorni, aspettando il bus che era in ritardo, mi è capitato di ascoltare un dialogo tra un ragazzo di circa 16 anni(almeno apparentemente) ed il suo papà.
Non so perché, ho pensato di scriverlo nel blog per condividerlo con i miei simpatici e pazienti lettori.
Per quel che ricordo, lo riporto testualmente.

Il giovane, inizia la discussione con il chiedere al genitore: "papà cosa è una dittatura?"
Che domanda penso tra me e me, a questa età poi, devi pensare alla tua fidanzatina.

Il babbo gli risponde: "eh? Ti viene cosi all'improvviso? Cosa vuoi che ti dica? Mi guardi come se volessi una risposta ben precisa, ti passo lo smartphone, cerca sul vocabolario on line. Stimola la mente e appassionati, cerca un po' tu!"

Il ragazzo è davvero incuriosito e approfondisce sul telefonino l'argomento. E dice al papino imbarazzato della domanda: "papà sul dizionario c'è scritto: regime politico caratterizzato dalla concentrazione di tutto il potere in un solo organo, monocratico o collegiale, che l’esercita senza alcun controllo. Ed anche: dominio, di fatto e incontrastato, di una persona, di un ente, di una categoria, ecc."

"Bravo figlio mio! Risponde il padre, hai visto quanto è chiaro? Cercare fa bene alla mente."

Il figlio non è convinto e quasi a chiedere conferma chiede: "papa, scusa, ma allora se il potere è nelle mani di una o poche persone è dittatura? Se queste persone decidono tutto tra di loro senza essere stati eletti dal popolo è una tirannia? Qui su Wikipedia alla voce dittatura, ci sono persino scritte le caratteristiche e cioè: la negazione della libertà di espressione e di stampa. La dittatura è considerata il contrario della democrazia. Va inoltre detto che il dittatore può giungere al potere anche democraticamente e senza violenza.
La salita al potere di una dittatura è favorita da situazioni di grave crisi economica."

Il padre inizia ad arrossire e ad imbarazzarsi. Il giovincello però, imperterrito, continua: "papà qui siamo in crisi, inizio ad aver paura non è che possono esserci le condizioni per..."
"Giovanni(il nome del ragazzo)" interrompe il padre, "facciamo presto, sta arrivando il bus se lo perdiamo, facciamo tardi ad arrivare a casa."

Ho pensato sorridendo tra me: chissà se il povero papà, arrivato a casa, ha continuato il discorso o se si è accomodato davanti alla tv per seguire il tg. E chissà se ha suggerito al figlio di accendere il televisore.
Questo dialogo mi ha ricordato qualcosa, non so a voi. Speriamo bene!!!!!
A presto.

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