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venerdì 18 novembre 2016

IL CAFFE' SOSPESO CHE CONQUISTA IL MONDO


Ciao a tutti/e,
a Napoli è risaputo, il caffè lo facciamo buono. Sarà per l'acqua o per la passione che ci mettiamo, fatto sta, che se non sai fare "o' cafè", non sei un vero napoletano doc.
Per i napoletani, bere il caffè è un qualcosa in più di dissetarsi con una semplice bevanda. E' una vera e propria tradizione. Noi quando pigliamo "o' cafè" andiamo su un altro mondo.
Lo beviamo dalla tazzina a sorsetti, ne gustiamo ogni goccia ed è meglio prenderlo in compagnia.
Se andiamo al bar soli, troviamo qualche altro solitario li sul posto che lo beve e chiacchiera con noi. E se non c'è nemmeno una persona a farci compagnia, ci pensa il barista ad ascoltare le nostre chiacchiere.
Ha una valenza sociale, è un condividere momenti belli e speciali con il prossimo, che lo si conosca o meno.
Per un vero partenopeo è sempre stata un ingiustizia vedere un altra persona che non può prendere un buon espresso al bar.
E' risaputo che il popolo di Napoli è generoso e se ne sa inventare di cose belle, quindi, un bel giorno del secolo scorso, nel dopoguerra, entrò nei bar una bella abitudine: il caffè sospeso.

Il caffè sospeso è un caffè pagato per una persona un po' più povera.
Quando ad un napoletano capita un lieto evento, o semplicemente è di buon umore, va al bar beve il suo buon caffè e ne paga due. L'altro è per una persona che non se lo può permettere che entra nel locale chiede se c'è "nù cafè sospes" e se lo gusta come un re.
Come detto qualche riga fa, questa pratica nacque nel dopoguerra. La cosa bella era il patto tacito di lealtà che intercorreva tra barista, chi pagava il caffè e chi lo beveva a sua volta.
Al barista non gli è mai venuto in mente di negarlo e "rubare" i soldi del cliente precedente, mentre chi beveva era davvero uno bisognoso. Erano pochissimi i  furbi.

Un vero e proprio atto di condivisione gratuita e spontanea, potremmo dire cristiana, in quanto chi offriva non sapeva a chi donava.
Si regalava quel gesto per amore verso il prossimo, per fargli godere il momento meraviglioso di un caffè.
Questa abitudine poi con il tempo è andata perduta.
Con la crisi economica attuale, si sta tornando a questa vecchia ma cara consuetudine. Alcuni bar hanno costituito delle vere e proprie associazioni...nel mondo!
Sembra infatti che il caffè sospeso alla napoletana stia andando alla conquista del globo.
Si va al bar, si pagano due caffè e stavolta il barista scrive su una lavagnetta(a volte elettronica) quanti ce ne sono già pagati.
Sono nate associazioni a Napoli, nel nord Italia, in Europa, in Australia e sembra anche in America.

Quasi dimenticavo, il caffè sospeso si dona anche agli amici. Si pagano ad esempio un tot di caffè e si avvisa i propri cari di andare a prenderli.
Personalmente ne ho lasciato qualcuno sospeso ai cari lettori del blog...approfittatene che è una specialità!
A presto.

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