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giovedì 1 dicembre 2016

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA: UN INVENZIONE NAPOLETANA


Ciao a tutti/e,
facendo una ricerca, su libri e in rete, mi sono imbattuto in una scoperta sensazionale: la famosa raccolta differenziata è nata a Napoli!
Al primo impatto, con questa notizia, mi è venuto quasi da sorridere, pensavo: "ma come, ci dicono che  a Napoli non sappiamo differenziare e poi vengo a scoprire che qui parte la differenziata?"
Viene da ridere anche a voi? Sarebbe giustificato e potreste persino non credere a questa notizia, che è vera!
Qualcuno si chiederà: perché viene da ridere? Beh, considerando che qualche personcina(pochine a dire il vero) poco educata è arrivata a dire che i napoletani puzzano(non immaginate i profumi che abbiamo in questa terra stupenda) potrebbe essere una lezione di storia, per quei pochissimi "personaggi strani".

Tornando a noi, durante il Regno delle Due Sicilie, il 3 maggio del 1832, il re Ferdinando II di Borbone emanò un decreto firmato dall'allora prefetto della polizia, Gennaro Piscopo, a tutela della salute pubblica, nel quale, si obbligava bottegai e cittadini dell'epoca, a ripulire le strade adiacenti alle abitazioni o alle botteghe.
Questo è il decreto in lingua originale dell'epoca: "Tutt’i possessori, o fittuari di case, di botteghe, di giardini, di cortili, e di posti fissi, o volanti, avranno l’obbligo di far ispazzare la estensione di strada corrispondente al davanti della rispettiva abitazione, bottega, cortile, e per lo sporto non minore di palmi dieci di stanza dal muro, o dal posto rispettivo. Questo spazzamento dovrà essere eseguito in ciascuna mattina prima dello spuntar del sole, usando l’avvertenza di ammonticchiarsi le immondizie al lato delle rispettive abitazioni, e di separarne tutt’i frantumi di cristallo, o di vetro che si troveranno, riponendoli in un cumulo a parte"

Una vera e propria raccolta differenziata. La si faceva per la sicurezza dei cittadini, in quanto, ci si poteva ferire con pezzi di cristallo o vetri rotti.
Il decreto era composto da ben 12 articoli dove era indicata la modalità della raccolta, le pene per i responsabili etc.
Addirittura, in uno degli articoli, si faceva divieto di gettare dai balconi materiali di qualsiasi natura. Era vietato anche buttare l'acqua dei bagni e non si potevano nemmeno lavare o stendere panni lungo le strade abitate.
Chi trasgrediva a questo decreto era punito con multe salate o addirittura, in alcuni casi, con la detenzione. E non è tutto: si hanno notizie certe che già dal 1787 a Napoli, in città e nella campagna, si attuava il riciclo degli alimenti, forse, serviva per creare un compost per coltivare la terra.
Ma tornando al decreto era una legge all'avanguardia, in una città che qualche anno dopo sarebbe diventato il sud d'Italia. E poi qualcuno(sempre pochi ci tengo a precisare) criticano e danno dell'incivile a noi napoletani facendo di tutta un erba un fascio.

Chissà se coloro che criticano e attaccano sono a conoscenza che Napoli è stata la città più pulita d'Europa, circa 150-180 anni fa, prima dell'unità d'Italia.
Non tutti sono a conoscenza che il capoluogo partenopeo era una tra le città più importanti d'Europa.
Naturalmente, non scrivo questo articolo per alimentare ancora di più lo scontro che già c'è tra nord e sud ma per sottolineare come le problematiche che affliggono il paese sono da ricercare nella scarsa conoscenza della storia, delle usanze e dei modi di vivere che ci sono tra le varie regioni della penisola, oltre che dagli errori che i cittadini hanno commesso nel passato. Purtroppo, bisogna ammettere che tra italiani ci conosciamo ancora molto poco.

A mio avviso, non bisogna mai dimenticare che l'Italia unita è un valore straordinario.
Penso che dovremmo sentirci italiani tutti giorni. Dovrebbe essere un esigenza di ogni cittadino conoscersi e riconoscersi nei compatrioti che siano essi del nord, del centro o del sud Italia.
Come sarebbe bello se ci sentissimo tutti un solo popolo.
Concludo esortando: aboliamo gli inutili campanilismi cerchiamo d'essere più solidali tra paesi, città e regioni, uniamoci sempre di più, diventiamo finalmente ITALIANI!
In fondo, come dice il nostro inno, di fonderci insieme già l'ora suonò. Cosa aspettiamo?
A presto.

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